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Orta San Giulio a 2 stelle Michelin!

  • Ali
  • 23 ago 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Finalmente partiamo per una nuova vacanza. Alice prepara tutto con dovizia di particolari, contando che ora siamo in 4. Abbiamo portato una cassetta dei medicinali che neanche in guerra è così fornita, ma d'altronde termometro, tachipirina, aspiratori nasali e fermenti lattici sono il minimo da portare quando si hanno dei bambini. Ovviamente si possono reperire tutti i prodotti in loco, non so i vostri figli, ma Greta e Lavinia si ammalano sempre nel bel mezzo della notte.


Siamo partiti alla volta di Orta San Giulio, un caratteristico paesino sul Lago d’Orta, che ci ha lasciato stupiti e affascinati per la bellezza e la particolarità. Il paese è quasi completamente pedonale, quindi ci siamo goduti la passeggiata delle viuzze e sul lungo lago. La volontà dei cittadini, di restaurare i ristoranti, e dare ai luoghi di interesse e perfino i luoghi ludici, un nuovo splendore prima dell'estate è davvero encomiabile. il nostro alloggio, all'hotel Fontaine Bleue, era leggermente fuori, ma sul lago e con un ottima vista: in camera ci hanno fornito tutto ciò che ci serviva, le camere erano molto pulite, e soprattutto durante la cena e la colazione si sono dimostrati disponibili a preparare per le bimbe non irritandosi per le confusione lasciata.



Ma tutto questo viaggio, aveva una tappa fondamentale: dopo una lunga attesa (dovuta alla prenotazione) siamo al cospetto di Antonino Cannavacciuolo! Elegantissimi e vogliosi di vederlo ma sopratutto pieni di voglia di assaggiare i piatti. L’accoglienza è stata impeccabile (siamo stati ad Abu Dhabi per due anni, quindi abituati a servizi eccellenti, ma qui si superano!), l'addetto all'accoglienza ci fa entrare, il maitre a noi dedicato (si, ne avevamo uno solo per noi!) inizia con la spiegazione del menù, si presenta il cameriere a noi dedicato poi quello del pane ed infine il sommelier. Siamo stati coccolati dall'inizio alla fine di questa esperienza.


Il menù degustazione da noi scelto era il Carpe Diem: tutto è cominciato con una sestina di finger food delicati per arrivare al Buon Viaggio di Antonino Cannavacciuolo, un polpo con una consistenza mai assaggiata (Voi sapete che sensazione ha il polpo cotto bene?!? Noi lo abbiamo scoperto li). L’antipasto è stato gamberi di Mazzara del Vallo crudi, tartare di mozzarella, puntarelle e cime di rapa: gambero crudo, un po’ di mozzarella, e che sarà mai?! La risposta è “la fine del mondo”! Un sapore intenso, gustoso e con una nota acida della zuppetta di pomodoro verde finale (iniziamo a parlare in termini Masterchef =)). Passiamo al primo: un plin di anatra, zuppetta di fegato grasso, latte di bufala e polenta croccante grattugiata, finalmente abbiamo scoperto cosa fosse questo famoso plin, dei tortellini a dir poco favolosi, ne avremo chiesti altri dieci piatti, morbidi, saporiti. Di secondo si poteva scegliere tra testacoda di manzo e baccalà, così ci siamo divisi per poterli assaggiare entrambi: Alice è letteralmente impazzita quando ha assaggiato il primo boccone di carne, morbida, si scioglieva in bocca, con accompagnati straccetti di manzo a dir poco favolosi. Il baccalà poi, niente puzza (come dice Nicolò, quando sua mamma cucina il baccalà rimane l’odore per almeno una settimana ;-) ) e un sapore incredibile. Ormai che siamo in gioco, giochiamo: siamo passati all’assaggio di formaggi e miele e non ci siamo lasciati sfuggire questa occasione! Il pre-dessert era un sorbetto di lampone accompagnato da una caramella di lampone con all'interno la liquirizia, un’esplosione di liquirizia! Il dessert è stato un amaretto con crema di mango con cioccolato e mousse, accompagnato da granita al limone. La fine perfetta di un pranzo perfetto…ma non era finita qui. Una sestina di finger food di dolcetti per concludere. Nicolò, che non adora i dolci, tra le lacrime e le risate, ha detto che in tutta la sua vita non ha mai mangiato un dolce così buono.



E così si conclude questo viaggio incredibile di emozioni. Un esperienza unica, non solo di ottima cucina, ma di sapori ed emozioni altalenanti. Consapevoli che prima o poi torneremo a mangiare di nuovo, ce ne usciamo un pò tristi per l'esperienza finita.


E' un esperienza che, a parere nostro, va provata una volta nella vita, magari associando a questo posto un bel giro per il lago a fine serata. :-)

 
 
 

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